giovedì 28 aprile 2011

Arsenico e vecchi Merletti - Raccolta indifferenziata 2003

Nel 2003 mi sono divertito a curare per "La Vedetta" questa rubrica di satira, che poi interruppi perché non tutti i soggetti politici presi di mira dimostravano quel sense of humour che i personaggi pubblici, anche a livello locale, dovrebbero possedere. Compromettere vecchie amicizie per una battuta di spirito mi sembrò allora un prezzo troppo alto. Rileggendole però a distanza di tempo, trovo che alcune siano ancora divertenti, mentre altre, anche se datate, danno l'idea di cosa succedesse a Licata in quel periodo. Per questa ragione le ripropongo. Buon divertimento.


Biondi day


Il nuovo Sindaco, Angelo Biondi, non appena insediato ha subito creato un nuovo posto di lavoro.
    Il suo.
JJJ
Nella sua primissima dichiarazione ha annunciato che trasformerà Licata in un’oasi.
              Beach.
JJJ
Ai commercianti che si lamentavano per i progetti di isole pedonali ha risposto in modo autoritario: “Così è, se vi pare”.
JJJ
Nella stessa intervista ha confermato di voler trasferire i mercatini rionali.
Alla domanda “dove?”, ha immediatamente risposto, con sicurezza e determinazione: ……… “Liolà”.
JJJ
Un cronista locale ha detto al Sindaco che se gli avesse chiesto dove avrebbe trascorso il prossimo Natale, sicuramente si sarebbe sentito rispondere “In casa Cupiello”.
Da qui la domanda: “Cosa risponderà alla stampa, una volta esauriti i titoli del suo repertorio di attore dilettante?”.
Visibilmente indispettito il Sindaco ha troncato l’intervista esclamando:
Ma non è una cosa seria!
JJJ
N.d.a: Il Sindaco, uomo di spettacolo e persona intelligente, non se l’è presa per questo che sa essere
 “Il gioco delle parti”!

Amministratori

Alcuni amministratori sostengono che sotto la loro gestione la città sia molto più pulita. Le bugie non ci piacciono.
Se poi pensano di dire il vero la cosa è più grave. I casi sono tre: o conoscono solo il centro storico, ed allora hanno bisogno di una guida che li accompagni nel resto della città.
Oppure hanno seri problemi di vista, allora è meglio che si rivolgano ad un oculista. Infine hanno paurosi vuoti di memoria.
In tal caso si consiglia l’assunzione di dosi massicce di fosforo.
JJJ

Paff….Bum!…… Un tuffo in fondo al cuoreeeee………….…
Iniziava così uno dei primi successi di Lucio Dalla a Sanremo.
Una riedizione, dal titolo leggermente cambiato, potrebbe fra non molto interessare la nostra Città: Parf…. Bum!
Il Consiglio comunale rischia veramente di saltare per aria se l’Amministrazione sarà costretta a pagare dieci miliardi di vecchie lire all’Associazione temporanea di imprese Saiseb per la vicenda legata al Piano Attuazione Rete Fognante. 
Si rischia il dissesto finanziario e quello che ne consegue.
P.A.R.F………..Buuuuuuuummmm…..un tuffo in fondo al mareee…….
JJJ

Anche se è presto per giudicare, non possono passare sotto silenzio i primi atti importanti della nuova Amministrazione.
Per esempio l’approvazione del bilancio predisposto dalla giunta precedente e lo stravolgimento della circolazione stradale attingendo a piene mani dal P.U.T. (Piano urbano del traffico) predisposto dall'amministrazione Licata.
Questi i primi esami per Biondi, che sapendo che gli esami non finiscono mai, ha cercato di superarli come ha potuto.
Scopiazzando.

Varie

In una recente seduta del Consiglio Provinciale il nostro concittadino Mimmo Falzone non ha dovuto sfogliare la Margherita per votare contro il raddoppio del gettone di presenza.
Tutti gli altri, dall’estrema destra alla sinistra non hanno avuto esitazioni. Tranne R. Bruno della lista Birritteri, che si è astenuto.  
Per non crearsi inimicizie.
Ciò dimostra che le contrapposizioni ideologiche frontali cessano di fronte al “bene comune”: per la serie “Teniamo famiglia”.
JJJ

Apprendiamo dalla stampa che l’On. Giuseppe Amato, per ragioni personali e professionali, non riproporrà la propria candidatura. (Promessa o minaccia?)
Apprezzandone l’intelligenza, riteniamo stia indossando i panni della volpe che giudicò troppo acerba l’uva.
JJJ
Nell’entourage del sindaco, e allettati dai lauti compensi, sono in molti a sperare che al più presto decida di nominare qualche esperto, possibilmente scegliendolo tra loro. La caccia è aperta.
Titoli o non titoli chi riuscirà ad ottenere la nomina è sperto davvero.
JJJ

Quanto prima il Sindaco nominerà alcuni esperti che faranno parte del suo staff.
Da indiscrezioni sembra che alcuni nomi siano del tutto improponibili.
Non ci stupiamo più di nulla da quando sappiamo che Caligola nominò senatore il suo cavallo.

Love story


Anni fa il Vescovo decise il trasferimento di un sacerdote in altra sede. Le parrocchiane più affezionate promossero una raccolta di firme per convincerlo a cambiare idea. Il tempo è galantuomo. Le cronache locali di questi giorni ci spiegano come tanto zelo fosse interessato. Per situazioni analoghe consigliamo di seguire un consiglio francese: “e surtout pas trop de zèle”.
JJJ
Nisi caste, saltem caute.
Le malelingue allora attribuirono quel trasferimento al fatto che predicasse bene e razzolasse male.
Si sbagliavano. ….. Predicava bene e razzolava meglio.

Gabriele

Grande entusiasmo dei cittadini per le strade di Licata.
Avevano vinto al superenalotto? Noooooohhh…
Era stato scoperto un giacimento petrolifero ? Nooooohhh…
Oppure il Licata calcio era stato ripescato in serie B? Noooohhhh…
Molto di più.
Avevano letto i manifesti firmati Peppe Gabriele.
JJJ

Una volta la Buona novella veniva annunciata dall’Arcangelo Gabriele che dopo alcuni squilli di tromba, pronunciava le parole “Annunciaziò, annunciaziò”.
Oggi basta affiggere, più o meno regolarmente, dei manifesti.
Qualitativamente garantiti perché firmati.

Licata «La Città»

Sbarcati a Licata, decine di clandestini sono stati accompagnati al locale Commissariato per gli accertamenti di rito.
All’arrivo, sconvolti dalla circolazione caotica, dai cassonetti pieni di immondizia, dagli elettrodomestici abbandonati sui marciapiedi e dalle mille bancarelle che presidiano ogni angolo della città, hanno chiesto l’immediato rimpatrio.
JJJ

Dal Palazzo arrivano segnali inquietanti come l’aumento del costo della convenzione con la locale emittente Tv e la modifica del “ Regolamento degli Uffici e dei servizi” finalizzato, si dice, a consentire la sistemazione di parenti di amministratori e consiglieri.
C’è chi comincia a pensar male
E chi pensa male fa peccato.
Però spesso ci azzecca.
JJJ
Il Sindaco ha trovato il modo di effettuare la derattizzazione, non più differibile.
A costo zero.
Infatti sono già stati avviati contatti con il Pifferaio di Hamelin.
JJJ
Finalmente anche Licata ha la sua “rotatoria”, piccola, ma ce l’ha.
Quanto durerà?
Probabilmente fino a quando il figlio dell’ingegnere all’urbanistica non ne chiederà la restituzione al Comune per rimetterla nel suo parco giochi.
JJJ

La fioritura di cartelli stradali nel rione Oltreponte ha provocato confusione e preoccupazione tra i cittadini.
Soprattutto gli stitici temono di trovare divieti di sosta nei loro bagni.
JJJ
La vecchia abitudine, tutta licatese, di “fare politica” sotto gli alberi dei corsi principali negli ultimi tempi è quasi scomparsa.
Riprenderà, probabilmente, quando l’Amministrazione comunale ricreerà gli spazi necessari, effettuandone finalmente la potatura.
JJJ

Avevamo chiesto al Sindaco Biondi di creare sotto gli alberi quegli spazi che la fitta vegetazione occupava rendendo impossibili le consuete discussioni dei politici.
Siamo stati presi alla lettera ed accontentati. Ci aspettavamo però una potatura , più artistica, geometrica, con sistemazione delle chiome.
Così più che di vera potatura, si può parlare di una esecuzione sommaria.
Il capolavoro di Fifiddru.
JJJ
Durante la settimana di ferragosto tutte le fontanelle pubbliche erano desolatamente asciutte. Non sono mancate le solite malelingue che approfittando dell’inconveniente hanno sostenuto che:
“l’Amministrazione Biondi fa acqua da tutte le parti, meno che nelle condutture
JJJ

È Livorno la Città con maggior numero di infortuni sul lavoro.
Licata figura agli ultimi posti.
Per mancanza di materia prima.
JJJ

Nessun nastro da tagliare per il nuovo ponte di via Mazzini recentemente aperto al traffico: niente sindaci, assessori, funzionari comunali.
Non piace il ponte o il sindaco uscente?
L’unico tecnico presente in rappresentanza della Ditta costruttrice, è stato l’Ing. Giuseppe Letizia, che a dispetto del suo cognome, era visibilmente in…azzato.
Su quella pira...

Presto sarà in edicola una nuova iniziativa editoriale dovuta al nostro concittadino Francesco Pira.
Si tratta di un quindicinale destinato prevalentemente ai giovani dal titolo “La campana”. A lui ed ai suoi collaboratori auguriamo le migliori fortune.
Siamo in attesa di saperne di più, per capire per chi suona la campana. (N.d.a.: ora lo abbiamo capito).
JJJ

Ringrazio l’amico Francesco Pira che nel suo primo editoriale sul giornale da lui diretto mi riconosce di averne ispirato il titolo e, soprattutto, per avermi promosso “opinionista”.
Naturalmente, su questo, la mia opinione è diversa.
Ma ognuno ha le sue opinioni, e poi, avremo sicuramente modo di confrontarle.
Ma forse è meglio di no.
Potrebbe cambiare la sua.
Il duo “fantacomico” del nuovo quindicinale licatese invita tutti a non copiare le loro locandine.
Dobbiamo ammettere di ignorare che ne avessero l’esclusiva.
Ricordiamo tuttavia locandine di altri giornali decenni prima che la loro campana emettesse i primi rintocchi.
Questo, però, non ci ha indotti a pensare che a loro volta avessero copiato.
Tuttavia, se si riferiscono alla “Vedetta”, dobbiamo ammetterlo: siamo colpevoli.
Abbiamo però una scusante.
Non abbiamo trovato niente di meglio da copiare.
JJJ

Botta e risposta in punta di fioretto tra Francesco Pira e Calogero Carità nell’ultima “Vedetta”.
Carlo VIII Carità ha fatto sapere a Pier Capponi Pira, che se lui suonerà la sua “Campana”, gli risponderà con la sua tromba.
JJJ
N.d.A.:
Materiale corrosivo.
Tenere lontano dai bambini.
Se non vi piacciono, disperdete pure loro nell’ambiente.

Grazie per essere stati con me........
Elio Arnone

mercoledì 20 aprile 2011

INQUIETUDINE - Poesia di Elio Arnone

Inquietudine
     
            E’ sera.                
Dalla finestra della mia stanza
Guardo gli argentati pini.
Al di là di essi nulla è più futuro.
Prigioniero di una soffocante inquietudine
Cerco nei ricordi
Di un’adolescenza ormai lontana
Boccate d’ossigeno
Per riprendere fiato.   
(Elio Arnone)

domenica 17 aprile 2011

LICATA - Il Racconto "AQUILE & PIPISTRELLI" letto nel Circolo Culturale PIAZZA PROGRESSO 16 Aprile 2011




  Aquile & Pipistrelli


Favola breve dedicata a un vecchio saggio che tentò di far volare la sua città.






Ernesto Licata Sindaco di una primavera interrotta
(Nella foto ci sono anch'io...all'epoca Assessore di quella Giunta)



Il tenebroso Pipistrello prenderà il posto della maestosa Aquila Reale?
(Disegno di Libero Traina)




C’era una volta, affacciata sul Mediterraneo, una bellissima città guardata con ammirazione, ed anche un po’ d’invidia, dagli abitanti dei paesi vicini.
LICATA . Primo sole alla Poliscia
(Foto E. Arnone)
Le invidiavano il clima mite, le spiagge dorate, le suggestive scogliere, il porto, accogliente e sicuro. 
E poi l’anello di verdi colline di mandorli ed ulivi che, amorevolmente cingevano la ricca piana.
LICATA . Primo sole alla Poliscia
(Foto E. Arnone)
Ed anche le larghe strade, con ai  lati  palazzi sontuosi, antichi conventi , monumentali chiese.  
E sullie colline il massiccio  castello e le splendide ville liberty. 
Tutte bellezze, ancora lì a testimoniare un   importante passato.


Licata - Villa Urso - Liberty sul terrazzo di Monserrato
(Foto di E. Arnone)


Eppure, nonostante la generosità della natura, gli abitanti di quella città erano stati incapaci di utilizzare le risorse di cui disponevano e, a parte qualche fortunato, vivevano in condizioni assai precarie.
Come per un malefico sortilegio, ormai da tempo immemorabile, la città si era quasi fermata.
E così, mentre gli abitanti dei paesi vicini si rimboccavano le maniche, rendendo le comunità più attraenti e vivibili, gli apatici cittadini della “nostra”  parevano immobili.
A detta dei più anziani, e quindi dei più saggi, compivano anzi preoccupanti passi indietro, lasciando deteriorare quanto avevano ereditato dagli antenati.
Nonostante l’evidente decadimento della città, quegli strani abitanti di una cosa ancora riuscivano ad andare fieri:
lo stemma della città.
Una maestosa aquila sveva al volo abbassato.


Distintivo d’onore concesso dal re quale città demaniale.
Ne erano talmente orgogliosi da desiderarne una in carne ed ossa, per poterla  ammirare e mostrare a tutti come testimonianza vivente del loro passato.
Naturalmente fantasticavano, consapevoli che le aquile erano una rarità persino sulle Alpi.
Tuttavia molti abitanti coltivavano questa illusoria speranza trascorrendo gran parte delle loro le oziose, e spesso noiose giornate, scrutando il cielo a testa in su, nella speranza di scorgerne una.
Con il tempo, questo strano desiderio, si trasformò in una vera e propria ossessione.
....un aquila in "carne ed ossa"....
Bastava che qualcuno sentisse uno sbattere d’ali e subito si formavano capannelli di curiosi pronti a giurare di aver visto qualcosa sparire velocemente dietro la collina, oppure tra le nuvole basse all’orizzonte.
Subito, nascevano lunghe ed estenuanti discussioni.
Discussioni che finivano quando arrivava qualcuno un po’ più smaliziato e disincantato, che, brutalmente e senza tanti fronzoli, li riportava con gli occhi e, soprattutto, con i piedi, per terra.
Passarono tanti anni, però, senza nessun significativo avvistamento.
Cominciarono a notare, invece, e con un po' di diffidenza, un fenomeno per essi nuovo.
Una moltitudine di pipistrelli, al calar di ogni sera, si contendeva il cielo, intrecciando confusamente il volo alla ricerca di cibo.
Stormi di pipistrelli
 Accadeva, che la città dell’aquila reale, giorno dopo giorno, diventasse sempre più dominio assoluto degli inquietanti pipistrelli…
I cittadini, perplessi, presero a interrogarsi seriamente su queste nuove presenze che non riuscivano a spiegarsi. 
 Per i più strafottenti tra loro,   andavano bene anche i pipistrelli, anche se, per la verità, pochi arrischiavano seriamente un confronto con le aquile.
Tanto evidentemente diverse sotto qualsiasi punto di vista. Così piccoli, neri, sgraziati, i primi, che volavano basso zigzagando tra le tenebre della notte e tanto belle, maestose, eleganti, solari, amanti degli spazi ampi e delle grandi altezze le seconde...n


Vi apparirà incredibile...


Eppure nonostante le differenze fra le due specie fossero innegabili ed evidenti, tra l'apatica gente di quella città, anche i pipistrelli trovarono degli estimatori.
Questi argomentavano le loro ragioni sostenendo la tesi che, mentre i pipistrelli erano una realtà concreta, le aquile nessuno le aveva mai viste.
E che forse mai sarebbe accaduto di vederle, tanto apparivano lontane e  irraggiungibili.
Passarono i giorni. 
La gente si rassegnava sempre più all’idea di essere dominata da quei piccoli mammiferi neri.
I quali non contenti di fare i loro comodi soltanto nel buio della notte, cominciavano a cercare altri spazi diurni per affernare il loro assoluto dominio.
Per questo nel paese cominciò a serpeggiare  una voce messa in giro ad arte.
Questa voce diceva che gli  Amministratori della Città avrebbero cancellato  per sempre dallo stemma  la tanto amata Aquila Reale, per far posto al tenebroso ma più concreto pipistrello.
Tutto questo, però,  apparve francamente eccessivo perfino ai tanti buoni padri di famiglia che, per una volta, decisero di non starsene  con le mani in mano.
 Dovevano fare qualcosa. 
Anche se non sapevano esattamente cosa.
Cominciarono con l' incontrarsi nella piazza del paese e a parlarne tra loro  come mai avevano fatto. 
Capirono che il problema li riguardava tutti, e che l'avrebbero potuto risolvere solo stando insieme.
 Questi furonoi primi passi di un lungo percorso che, anche se inconsapevolmente, li avrebbe messi sulla via per diventare cittadini veri.
Nelle larghe strade, nelle piazze, nei carrugi della Marina le discussioni aumentarono d'intensità e ciascuno potè dire la sua.
Dai tanti capannelli venivano fuori mille nuove idee, a volte originali e curiose, spesso davvero strampalate. 
Tuttavia l'accettare di confrontarsi, lo sforzarsi di ragionare per il bene comune cominciò a gratificare molti di loro.
Indifferenza ed egoismi furono messi finalmente da parte.Si cominciò a pensare ad un'azione comune.
Scoprirono insomma la partecipazione. I
Finalmente quella città restìa a porsi problemi, grigia e sonnacchiosa, dava segnali di una vitalità nuova. 
Le discussioni, però, per quanto appassionate, non approdarono a niente.
Fu allora che, per uscire dall’immobilismo, emerse la proposta di chiedere consiglio ad uno degli anziani della città, un vecchio professore in pensione, che godeva fama di saggio.
Il vecchio ricevette nella sua abitazione una delegazione dei suoi compaesani.
Li ascoltò con attenzione, e dopo aver riflettuto, offrì la sua esperienza ed il suo sapere al servizio della città.
Non persero davvero tempo.
Sull’onda dell’entusiasmo, l’indomani allestirono un enorme palco al centro della piazza principale.
Dell’evento informarono tutti, porta per porta.
Tutti avrebbero dovuto ascoltare le parole  della guida che si erano liberamente scelti.
Il vecchio professore salì lentamente i gradini del palco.
L' insolita moltitudine che lo attendeva in silenzio, lo stupì non poco, ma anche un po' lo inorgoglì. 
La folla attende le parole del vecchio saggio.
Salutò con un cenno della mano, si schiarì la gola e cominciò a parlare.
“Amici concittadini, ho sempre amato questa città, anche se le opportunità per dimostrarlo sono state davvero rare perché da tempo immemorabile ormai, la politica  tiene lontane le persone oneste.
Oggi mi commuove vedervi qui per interrogarvi sul vostro futuro.
E’ questo il segno di una presa di coscienza nuova, di una maturità che ci porterà a cambiare, a crescere”.
La folla interruppe il professore con un applauso lungo e sentito, poi ammutolì.
Sapeva che da quella bocca non sarebbero uscite solo parole di complimento ma anche verità scomode per ciascuno di loro.
“Troppo spesso, - riprese il professore- per faciloneria o per pigrizia, abbiamo delegato ad altri la soluzione dei nostri problemi.
Ci siamo affidati a persone senza scrupoli, che hanno curato soltanto i loro interessi personali.
Abbiamo considerato i beni comuni,di tutti noi, come proprietà di nessuno,abbandonandoli al loro destino,  lasciandoli deteriorare dall’incuria e dal tempo.
Indifferenti, passivi. 
Senza mai un briciolo d’indignazione, abbiamo lasciato fare.
E’ tempo di risvegliare le nostre coscienze, di ribellarci a chi ci opprime   approfittando della nostra indifferenza e del nostro disinteresse.
Oggi finalmente riusciamo a parlarci, a chiederci cosa possiamo fare.
Io vi dico che possiamo cambiare.
E che il primo vero cambiamento deve cominciare da noi stessi.
Amando innanzitutto la nostra città.
 La nostra casa grande, dove cresceranno i nostri figli.
 Ed è pensando a loro che dobbiamo renderla più bella, più pulita, più accogliente.
Licata - Collina di Monserrato
(Foto di E. Arnone)
Abbiamo ricchezze invidiateci da tutti e che antenati avveduti ci hanno tramandato.
 La natura, davvero generosa , ci ha regalato paesaggi meravigliosi, certamente oltre i nostri meriti.
Proviamo a diventare cittadini rispettosi della legalità e delle regole di convivenza civile!
Per questo ci serve un cambio di mentalità deciso, cominciando magari   dalle piccole cose. 
Per esempio chiamando ladro chi si arrichisce alle nostre spalle, e non considerarlo uno “sperto”, uno che ci ha saputo fare”.
Dobbiamo essere onesti, con tutti, ma soprattutto con noi stessi, rinunciando, quando occorre, a qualche minimo , immediato vantaggio personale. 
Ci sarà ripagato non una ma  cento volte tanto”.
Il vecchio s’interruppe. 
Qualcuno gli porse un bicchiere d’acqua che subito sorseggiò.
La folla, sempre più attenta e numerosa, borbottava commenti, si dava di gomito, annuiva con il capo.
L’oratore riprese a parlare:
Anziani a Licata

(foto di E. Arnone)
“Non restiamo ancora inerti, a braccia conserte, con il naso all’insù a scrutare il cielo alla ricerca di un’aquila immaginaria.
Le soluzioni dei nostri problemi non ci arriveranno certo dal cielo.
E’ tra noi che dobbiamo discuterne, a costo di litigare per trovarle. 
Come è tra noi che dobbiamo cercare quell’aquila che ci riporterà in volo verso vette più dignitose.
Abbandoniamo l’egoismo dei miseri interessi personali, che ci tappano gli occhi, e c'impediscono di vedere  gli stormi famelici che rapinano la nostra città, ne rallentano la crescita e ne bloccano le potenzialità.
Con la nostra complice e muta indifferenza.
Solo migliorandoci riusciremo a cacciare queste creature della notte prive di cultura, di progettualità e di fantasia.
Ci hanno governato trascinandoci sempre più in basso, là dove per chiari limiti può arrivare la loro capacità di volo.
Non ci porteremo questa responsabilità per altro tempo.
 Non faremo pagare ai nostri figli il prezzo delle nostre colpe.
La consapevolezza di aver toccato il fondo ci deve aprire ad una speranza nuova.
No,ad ogni costo impediremo ai pipistrelli di occupare anche lo stemma della nostra città!


Il vecchio saggio si fermò.


Poi riprese con la voce un po’ stanca, ma ferma.
“L’aquila dovrà rappresentare il nostro più importante riferimento. 
Perché il suo simbolo rappresenta un valore inestimabile; significa infatti una comune identità, l’orgoglio e la fierezza di un’appartenenza.
E noi, seguendo il suo esempio, dovremo provare a volare sempre più in alto alla ricerca di spazi di libertà sempre più ampi.
Per fare questo ci occorrono ali nuove, robuste, che dovremo saperci costruire onestamente e nel rispetto delle idee di tutti.
Dobbiamo realizzare una politica vera, riorganizzando i partiti, che  debbono cessare di essere comitati elettorali, per poter  riprendere il loro ruolo di elaborazione di idee e progetti al servizio della collettività.
I Partiti devono tornare ad essere luoghi dove incontrarci e discutere,  luoghi di approfondimento dei temi sociali, di formazione politica e culturale dei quadri dirigenti.
Da tempo ciò non avviene, con il pessimo risultato di essere governati da Amministratori improvvisati, incolti, inadeguati a darci quelle  ali che ci sono indispensabili per volare.
Oggi i nostri Amministratori sono Pipistrelli... soltanto voraci pipistrelli che volano basso nelle tenebre della notte alla ricerca  frenetica di insetti da mangiare.
Tocca ora a noi rimboccarci le maniche lavorando sodo, migliorandoci l’un l’altro.
Ed un giorno, senza rendercene conto, ci accorgeremo che stiamo volando”.
La gente applaudì a lungo commossa. 
Il vecchio ringraziò, scese dal palco, strinse tante mani.
Poi, come tutti, fece ritorno a casa.
Ma non tutti, quella notte, riuscirono a dormire.
Ripensavano alle parole del vecchio.
Si interrogavano sulle loro colpe, si chiedevano come fossero stati così a lungo sudditi distratti, e come avessero potuto lasciare andare alla malora la loro città.
Giurarono che sarebbero stati capaci di cambiare.


Ed in effetti tennero fede a quel giuramento, perché riuscirono a vincere quella prima, difficile battaglia.


Da allora sono passati tanti anni e quella bellissima città del Mediterraneo, continua ancora a mostrare nel suo stemma la superba Aquila Sveva. 
Anzi, nelle stanze del Palazzo ne appaiono diverse e tutte incredibilmente affascinanti.

Aquila Sveva al volo abbassato



La città, però, ha ripreso la sua sonnolenza, e vive una nuova pericolosa rassegnazione.
 Mentre i Pipistrelli, sono ancora lì, ed ineffabili continuano nel loro incontrastato dominio.
Per la verità alcuni cittadini di buona volontà, sicuramente ingenui ed un po’ illusi, cercano di opporsi a questo stato di cose e perseverano speranzosi nella loro sognante ricerca.
E un’aquila “reale” anche se piccola come un pipistrello, li farebbe felici.
Convinti – così dicono- che 
è sempre meglio essere governati da un’Aquila, 
anche se piccola come un pipistrello, 
che da un pipistrello 
improvvisamente 
diventato grande come un’Aquila.






Grazie per essere stati con me....
   Elio Arnone
Elio Arnone 





LICATA - PALAZZO DI CITTA' -Sede del Consiglio comunale.