mercoledì 16 gennaio 2013

A Licata c''era una Volta il "CORALLO"...




Un lontano pomeriggio d'agosto a LICATA


C'era una volta il CORALLO...
Angelo Vecchio - Carmela Puccio - Elio Arnone

di Elio Arnone





         E’ un interminabile pomeriggio d’agosto di questa torrida estate. 
        Pigramente seduto con altri amici sto oziando in uno dei tanti bar del Centro.
         L’afa soffocante fiacca il fisico ed anche i pensieri.
Qualsiasi posto sembra andarmi stretto.
         Non mi va di scrivere oggi. 
         Anche se il Direttore mi ha sollecitato a preparare qualcosa.
        Mi sento senza idee e non mi alletta per nulla sedermi alla tastiera del computer. 
        Per scrivere cosa, poi?



         Meglio rimanere al bar, a parlare del più e del meno davanti ad una granita di limone da finire in fretta prima che si sciolga.          Si respira a fatica.  
         Per fortuna ogni tanto un delicato refolo di vento percorre le larghe strade movimentando l’aria stagnante.
         Scene frequenti nelle piccole città del sud nelle lunghe e polverose giornate di estati afose. 
         Mi tornano in mente le scene dei basilischi del film di Lina Wertmuller, quarant’anni dopo.

        Tra una chiacchiera e l’altra, improvvisamente, e non so come, mi arriva tra le mani il programma dell’Estate licatese stampato dall’Amministrazione comunale.
        Lo scorro senza grande interesse per averne già sentito parlare (e nemmeno troppo bene) per la povertà delle iniziative dovuta all'annosa carenza di fondi.
Rimango tuttavia colpito da una data: il 23 Agosto. 
        Leggo che quella sera presso il chiostro S. Francesco ci sarà un concerto intitolato “Frammenti di un discorso amoroso”. “Quinto canto”.



Penso immediatamente a Paolo e Francesca, gli amanti dannati uccisi da Gianciotto. 
La cosa in verità mi incuriosisce.
Lascio frettolosamente la compagnia e vado ad informarmi presso la Biblioteca comunale per saperne di più.
Lì, impiegate gentili, mi parlano di quel concerto. Mi dicono che lo eseguono un gruppo di cinque elementi di formazione classica jazzistica che eseguiranno canzoni italiane d’autore.
         Tra gli autori citano firme prestigiose come Paolo Conte e Battisti, Paoli e Benigni, Venditti e De Gregori, PFM ed Avion Travel e poi Vasco Rossi, Concato, Pino Daniele. 
         Mi spiegano che tutti i brani richiamano luoghi dell’amore come la dichiarazione, il disagio, l’incontro, l’attesa, la gelosia, la tenerezza ed altro. 
         E che ciascun brano è introdotto da brevi stralci di poesie d’amore. Tra i poeti: Hikmet, Pavese, Prevert, Salinas, Neruda ed altri.
         Questa impostazione mi piace subito perché mi ricorda un mio progetto (mai realizzato) di tanti anni fa, e che ancora ricordo con qualche nostalgia. E che forse è tuttora conservato in qualche cassetto. 
         Si intitolava “Poesie e canzoni contro la guerra”. 
 Tra le poesie che avevo scelto ce n’erano di Quasimodo, di Ungaretti, Brecht, Edgar Lee Masters e di molti altri ancora. 
         E poi le musiche dei Nomadi, Guccini, Lusini, di Bob Dylan e Barry MacGuire.
        Ho chiesto notizie sugli interpreti.
        Ho saputo che vengono da Palermo, sono giovani e ciascuno di loro ha già alle spalle un invidiabile curriculum.
 Mi sono fatto dire i nomi.
           Eleonora Militello –voce cantante e recitante, Larry Nash – sax tenore e flauto, Michele Cirincione – contrabbasso e basso elettrico, Fabrizio Pezzino – batteria e percussioni, e Celestino Roberto Bellavia – pianoforte.
        Sentendo quest’ultimo nome mi sono ricordato di un Celestino Bellavia da me conosciuto tanti anni fa. 
Ho chiesto se fosse un parente. “Sì, - mi hanno risposto- è il nipote”.
Ho fatto di colpo un salto nel passato, intorno agli anni settanta.
Licata - Recita al CineTeatro Corallo
         Ho rivisto il Cine Teatro Corallo con le pareti brillanti di vetrini colorati e luccicanti, il palcoscenico lungo e stretto, il tetto scorrevole che, sul far della sera, si apriva per rinfrescare l’aria. 
        Ho ricordato improvvisamente le giornate passate insieme a coetanei squattrinati a provare e riprovare battute, ad inventare gags preparando spettacoli che forse non avremmo mai fatto.
        Ci divertivamo con poco allora. Scherzavamo e ridevamo di niente in magazzini semi diroccati e poco illuminati.

Licata - Sul palco del "CORALLO"  Ninni La Marca, il Cane Cantante ed Elio Arnone
         Spesso era quello il nostro modo di passare il tempo mettendo a prova le nostre intelligenze, la nostra creatività. 
         Il tutto per due o tre ore di spettacolo da bruciare su quello stretto palcoscenico.
        Nella città si creava attesa attorno a queste attività, soprattutto per l’avvenimento più importante di quegli anni: l’appuntamento con il Trofeo canoro “Città di Licata”.
      Il grande ”Evento” era quello, quello l’appuntamento imperdibile con il pubblico.

Guglielmo La Marca ed il Maestro Celestino Bellavia
            L’organizzatore,
Guglielmo La Marca, ci lavorava a lungo, anche nelle pause di lavoro nella Biblioteca del paese, 
con tutto l'amore che si può avere per una propria creatura, e l'orgoglio di vederla crescere in bellezza, anno dopo anno.
         Come il Trofeo, che aveva ideato e che seguiva passo passo, affettuosamente, diventando per qualche tempo il papà di tutti: cantanti, musicisti e tecnici. 
         Ma se Guglielmo La Marca era l’anima organizzativa dei Trofei, Celestino Bellavia ne era l’anima musicale. 
         Anche per me, come per tutti, era una persona seria e competente, dall’aspetto un po’ burbero, che incuteva soggezione. 
        La differenza di età non mi consentiva troppa confidenza, ma avevo imparato ad apprezzarlo perché conoscevo la sua storia.
        Avevo saputo che veniva da Grotte, che ad otto anni già suonava il flicornino soprano.
       A diciotto aveva casualmente iniziato a suonare per la banda di Licata, e che da allora il suo rapporto con Licata era diventato inscindibile.
        Collaborò con il maestro Cataldo Curri ed ebbe l’idea di cantare in piazza il giorno del venerdì Santo.

Banda di Licata al tempo del Maestro Curri
         Molti ricordano ancora con nostalgia l’esibizione come soprano di una giovanissima Antonietta Peritore, della signora Civita Romano Peritore, del tenore Nino Dainotto e di una trentina di giovani coristi.
        Fin dalla nascita del Trofeo, il maestro Bellavia si occupò della preparazione dei cantanti, quasi sempre completamente digiuni di musica.
       Aveva molta pazienza, soprattutto con i piccoli della sezione “Zecchino d’oro” che lo seguivano disciplinatamente e con molta attenzione.

Premiazione
 Si riconoscono il Maestro Bellavia ed i presentatori Anna ed Elio Arnone
       Quanti ragazzi grazie a lui avevano imparato a suonare la chitarra, le tastiere, il pianoforte, la fisarmonica, la batteria, le tastiere e tutti gli altri strumenti a fiato!
       Gli “esami” si sostenevano al Cine Teatro Corallo, sempre molto generoso con i bravi, a volte impietoso con gli stonati ed i timidi, spesso traditi dall’emozione.
           Mi vengono in mente i più bravi. 
           Tra i comici ricordo un brillante Gaetano Bonaffino, tra i complessi i “I Principi”, i “Ragazzi del fiume”, i “Wanted”. 
           Tra i componenti mi piace ricordare l’indimenticato Enzo Cammarata ed i fratelli La Marca, Ninni e Nicola. 
         Tra i cantanti ricordo Ciro Sebastianelli, che dal Corallo arrivò fino a Sanremo, poi Nuccio Biondi e Tano Lo Presti.


        Tra i giovanissimi dello Zecchino una bambina, tanto graziosa quanto simpatica e versatile, Nicoletta Bona ed un bambino predestinato come Alessio Vitali che ha continuato con la musica, diventando un apprezzato chitarrista. 
E tanti altri bravissimi di cui ho dimenticato i nomi.
          E poi Luigi Giglia, il tecnico che metteva tutti in condizione di fare bella figura. 
          A tutti loro sono legati alcuni fra i miei ricordi di un periodo felice, pieno di progetti e speranze, evocati oggi con grande nostalgia. 
          Molti amici di allora ci hanno lasciato da tempo. 
          Vorrei che sapessero che nei cuori di quanti li hanno conosciuti, conservano ancora un posticino particolare pieno d’affetto e riconoscenza.

           E’ scesa la sera.
           La prima frescura mi riporta improvvisamente alla realtà, mi fa dimenticare i ricordi disordinati di un tempo irripetibile di passioni sincere, di divertimenti ingenui.
           Mi chiedo come passino il loro tempo i giovani d’oggi, sazi di tutto. 
           Hanno a loro disposizione la tecnologia più avanzata, discoteche, motorini, capi griffati, soldi.
           Ma sono felici?

Non so giudicare. 
Questo è un altro mondo.
Lontano...

Grazie per essere stati con me...

Elio Arnone